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Oltre 17.000 impianti fotovoltaici installati in tutta Italia.

Guarda questo video – https://fb.watch/dwwUi-2HFU/

Qui vedrai un pezzo di storia di una grande azienda con servizi di alto profilo, per azzerare i costi fissi energetici, grande “INDOVINELLO” di questo periodo storico, ma lo sarà ancor di più col passare degli anni..!

Si perché non ci sono segnali di progetti atti ad una soluzione, ben si una continua e asfissiante speculazione finanziaria e politica, motivo principale dei rincari energetici, comunque la narrazione è sempre orientata a spargere dubbi preoccupazione e quanto più grave, la “PAURA”.

Le soluzioni agli indovinelli esistono ma non sempre si vedono, ce lo hanno insegnato a scuola, anche se li usavano un termine che a me non piace “PROBLEMA”, e non credo neanche a caso evidentemente…

Non ti sei mai fatto queste domande

  • Come potrei azzerare le mie utenze?
  • Come potrei smettere di inquinare?
  • Come posso contribuire in maniera attiva e senza cambiare le mie abitudini?

Bella notizia, ci sono più modi per farlo e se vorrai trovare quello più adatto alla tua situazione attuale, non esitare a contattarmi, sarò felice di aiutarti.

Tieni controllato anche nello spam per non perdere e.mail importanti..!

SCUOLA: SERVA DEL SISTEMA E DEI POTENTI

Scuola:

Iniziamo con la dichiarazione dell’attore Matt Damon che nel 2015 dichiaro’:
“Le scuole pubbliche si stanno convertendo velocemente in centri di indottrinamento”.

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Nel video che segue viene spiegato come funzionano le istituzioni scolastiche e di come queste ci programmino fin dall’infanzia.

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La scuola è al servizio del sistema; il suo unico scopo è renderci schiavi mansueti ed obbiedenti, privandoci di quella libertà che ci spetta per diritto.

ECCO PERCHE’ LA GENTE NON SI ACCORGE DI ESSERE SCHIAVA MODERNA, PERCHE’ E’ STATA PROGRAMMATA FINO DALLA NASCITA.

perché è importante nutrire la mente con notizie positive?

In realtà i motivi sono molteplici, ma oggi vorrei attirare la tua attenzione su un meccanismo mentale automatico chiamato SAR.

SARsistema di attivazione reticolare, è un insieme di cellule nervose che crea una rete di contatti tra: corteccia cerebrale, lobi frontali, parti evolute del cervello umano deputate allo sviluppo di idee/pensieri e la parte bassa del cervello, il bulbo e le parti collegate al sistema neuro-vegetativo”

Te lo spiego con un esempio molto semplice, ti è mai successo di desiderare qualcosa e non avere i soldi per acquistarla? generalmente cosa succede, semplicemente abbandoni il pensiero e non ci pensi più, c’è anche un modo di dire che magari ti sei sentito citare spesso dai genitori, SCORDATELO costa troppo…

Prova adesso a pensare, da tempo sei a piedi e ti serve un auto, sei in possesso dei soldi e non hai nessun problema che ti impedisca di acquistarne una, ma non sai che macchina prendere, non sai più dove sbattere la testa e non riesci a decidere il modello.

Un giorno stai passeggiando ad esempio, tutto d’un tratto vedi la macchina dei tuoi sogni e fino a quel momento neanche lo sapevi lo fosse, da quel preciso momento in poi la inizi a vedere dovunque come per magia, ti è mai successo?

In quel preciso momento ti si è attivato il S.A.R (sistema di attivazione reticolare) un processo fantastico che ti permette di far lavorare la tua mente come se fosse un missile intelligente programmato per centrare il bersaglio, nel nostro caso meglio dire per ottenere un obiettivo o risultato.

Purtroppo devo darti una brutta notizia, ma non preoccuparti non è così grave si può risolvere.

la mente è potentissima ma possiede anche dei limiti, fortunatamente ne ha veramente pochi e per lo più ce li poniamo noi o chi ci sta attorno, quindi si può influenzare sta a noi decidere come.

Uno di questi limiti, direi il più limitante e da porre attenzione è, che funziona anche al contrario cioè si attiva anche sulle cose che non vogliamo, ovvero non riconosce le “NEGAZIONI”!!!

Mi spiego meglio, se immaginate una macchina con le ali, sebbene un’immagine fiabesca la potrete visualizzare nella vostra mente, anche se siete consapevoli che non è possibile esista.

Ma se cercate di “NON immaginare” quella stessa casa con le ali, il vostro cervello prima di comprendere cosa non immaginare, dovrà necessariamente processare quell’immagine e poi, solo successivamente, negarla o stare attento ad evitarla.

In PNL si spiega che è più semplice pensare a quello che si vuole piuttosto del contrario, quindi è meglio visualizzare ciò che ci piace, quidi prova a formulare i tuoi pensieri in questo modo,

-“voglio una nuova auto” piuttosto che “non voglio più questo rottame di auto che possiedo”
-“voglio avere più tranquillità, serenità, felicità” piuttosto che dirvi “non voglio più stare così male, essere così stressato etc.”

Per riassumere, pensa a come pensi, fai attenzione a come ti parli, e ricorda tutto quello che sei in grado di pensare e vedere lo puoi ottenere e viceversa, quindi nutriti di notizie positive e vivi ogni situazione cercandone il lato positivo, ogni avvenimento si può vedere sempre da due punti di vista , da ora in poi la scelta è tua.

Mi auguro che questo piccolo articolo ti sia utile per il proseguo di questa quarantena e ti auguro il meglio per il proseguo e il tuo futuro, se ti fa piacere scrivimi e se posso ti darò qualche altro consiglio interessante a presto

Enrico.

gli investimenti sono a rischio?

Cerchiamo di rassicurare un po quella parte di investitori, diciamo non propriamente esperte.

In questo momento particolare guardando le informazioni generiche che escono dalle tv sembrerebbe una vera e propria catastrofe finanziaria.

Non si può negare sia un periodo complesso e molto incerto, ma non si deve fermare l’attenzione solo alle percentuali di perdita giornaliera, che vista così spaventerebbe anche il più esperto investitore.

Se osserviamo questo grafico il 27 Marzo ha chiuso in perdita anche se lieve.

Se andiamo a guardare la performance di Marzo osserviamo che ha ben si fatto un -21 %

Ma se a mente serena e senza allarmarsi osserviamo cosa avresti guadagnato nell’ultimo anno, la sorpresa è interessante, un bel +10% che di questi tempi direi non essere male.

Cosa voglio dirti?

Investi sempre solo ciò che sei disposto a perdere, ragiona a medio e lungo termine, in pratica perdi di certo quando vendi in negativo per paura.

La paura non aiuta mai tanto meno nel gioco di borsa, affidati a consulenti esperti e accreditati o lascia stare.

Pensioni, “i soldi ci sono fino a maggio”. Tridico costretto a fare retromarcia

“L’Inps ha tutta la liquidità necessaria” ha precisato il presidente dell’Inps. “Questo non pregiudica il pagamento delle pensioni”

26 marzo 2020

Hanno provocato non poche polemiche le parole del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, sulla liquidità dell’istituto per il pagamento delle pensioni. Per qualche ora 20 milioni di pensionati hanno dovuto fare i conti con la prospettiva di non ricevere più un assegno, per colpa di un’affermazione poco felice pronunciata in diretta nella trasmissione DiMartedì condotta da Giovanni Floris.

“Abbiamo i soldi per pagare le pensioni fino al momento in cui è stato sospeso il pagamento dei contributi” ha detto Tridico. “Quindi fino a maggio non c’è problema di liquidità anche perché possiamo accedere ad un tesoretto che è il Fondo di Tesoreria dello Stato”. E poi, si sono chiesti in molti?
“Dopo di che immagino che in aprile” ha aggiunto il presidente dell’Inps, “ci sarà un altro decreto che dovrà anche dire cosa succederà alla sospensione dei contributi” (prevista dal decreto di marzo).

L’idea che un istituto come l’Inps possa andare in crisi di liquidità ha spaventato i pensionati e scatenato le polemiche. I sindacati hanno criticato la frase di Tridico che “crea solo allarmismo e ansia. Per questo chiediamo di fare immediatamente chiarezza al fine di ristabilire la tranquillità senza creare disagi ulteriori ai danni dei nostri pensionati”, ha commentato il segretario generale della Cisl Pensionati Piero Ragazzini.

Da qui la precisazione dello stesso Tridico: “L’Inps ha tutta la liquidità necessaria per fare fronte ai bonus e alle indennità previste dal decreto Cura Italia. Questo non pregiudica il pagamento delle pensioni”.

Precisazione accolta con sollievo dal segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, che ha commentato che il presidente dell’ Inps “ha fatto bene a precisare che non ci sono problemi di liquidità per il pagamento delle pensioni, perché le sue precedenti dichiarazioni non erano per nulla tranquillizzanti. Questo deve indurre tutti a misurare le parole, soprattutto in una fase delicata come quella che stiamo attraversando e in cui in particolare gli anziani hanno bisogno di certezze e non di ulteriori ansie”.

In questo momento la solidità dell’Istituto dipende dai trasferimenti dello Stato, e le strutture dell’Inps sono messe alla prova dai nuovi bonus assegnati da decreti del governo per fare fronte all’emergenza coronavirus. “Dalla prossima settimana – ha annunciato Tridico – saranno disponibili le procedure semplificate per accedere ai 5 bonus partite Iva, autonomi, lavoratori agricoli, lavoratori del turismo e lavoratori dello spettacolo”.
Le domande per cassa integrazione e congedo “sono già attive”. A finanziare queste misure sarà lo stato, che trasferirà le risorse all’Inps.Tag: InpspagamentipensioniLeggi anche

Batosta conti corrente!

Da gennaio ti prenderanno i soldi, Unicredit e altre banche. Ecco quanto

Batosta conti corrente: Da gennaio ti prenderanno i soldi, Unicredit e altre banche. Ecco quanto

Quella dei tassi negativi sui conti correnti è una misura già in atto in diversi Paesi europei. In Italia la introdurrà nel 2020 la banca Unicredit, tra chiarimenti e prese di distanza. I tassi di interesse negativi comportano per chi tiene il proprio denaro in banca utilizzando lo strumento del conto corrente, il dover pagare una percentuale. In sostanza si paga per il denaro depositato.

Perché esistono i tassi negativi sui conti correnti?

Normalmente quando depositi dei soldi in banca oppure acquisti un prodotto finanziario, quello che vedi nel contratto è un tasso di interesse positivo. È il corrispettivo che la banca ti paga per poter gestire il tuo denaro. Attenzione! Parliamo di tassi di interesse, di costo del denaro, non di spese bancarie per la tenuta del conto (quelle sono spese e dunque negative per definizione). Con i tassi negativi la situazione si ribalta e paghi per mantenere il tuo denaro su un conto corrente.

Questo accade perché ci sono delle fasi in cui acquistare determinati prodotti finanziari, come i titoli di Stato, oppure tenere i soldi in un conto corrente, garantisce un elevato livello di sicurezza rispetto ad altre soluzioni. Sei, insomma, certo di non perdere i tuoi risparmi e per questo sei disposto a lasciarne una percentuale all’istituto di credito che se ne occupa. Ma soprattutto, la scelta è da imputare ai tassi negativi BCE, le percentuali che la Banca Centrale Europea applica ai depositi degli istituti di credito.

Tassi negativi Unicredit

Come detto questo accade già in diversi Paesi europei per determinati prodotti, quali i titoli di Stato trentennali e decennali di Germania, Svizzera e Danimarca. In Italia la prima banca ad applicare la misura sarà Unicredit, nel 2020 sui conti che superano il milione di euro, andando a toccare quindi una minima parte dei propri correntisti.

Inizialmente si era parlato di una soglia più bassa pari a 100mila euro, ma l’istituto di credito ha poi elevato il limite. All’estero troviamo l’esempio della tedesca Volksbank che applica il -0,5% sui conti superiori a 100mila euro, della svizzera UBS che ha un -0,75% su conti con più di 2 milioni di euro, esattamente come le banche danesi Jyske Bank e Sydbank.

Quello della Jyske Bank è un caso particolare, poiché si è spinta ad applicare tassi negativi ai mutui. La banca dunque paga i propri clienti per contrarre un mutuo a tasso fisso a 10 anni con un tasso d’interesse negativo pari al -0,5%. In sostanza si restituisce un importo minore di quello ottenuto.

Ma torniamo in Italia. Dopo l’annuncio di Unicredit, Banca Intesa e Montepaschi si sono affrettare a dichiarare che non seguiranno la banca milanese. Il presidente di Banca Intesa, Gian Maria Gros-Pietro, afferma: “Serve una politica fiscale a livello europeo che promuova gli investimenti. Gli interessi negativi, trasportati sui conti correnti difficilmente possono indurre i titolari dei conti correnti a investire”

Stefania Bariatti, presidente del consiglio di amministrazione di Montepaschi, dichiara: “Noi non ci abbiamo mai pensato e anche altre banche hanno detto che non intendono seguire la decisione di Jean-Pierre Mustie

Le banche non dicono tutto sui costi degli investimenti: il 75% è carente

Solo un intermediario su 5 illustra l’impatto degli oneri sulla redditività dei portafogli

Questo è il problema più grosso,

mancanza di informazioni al cliente, ma ben più grave la mancanza di specialisti veri in grado di saper trattare con rispetto i risparmi degli Italiani.

Cosa serve allora, serve una compagnia sana e di sani principi, che metta al primo posto le esigenze dei risparmiatori, dando loro il massimo rendimento possibile, senza in nessun modo mettere a rischio tali capitali e garantendoli già dal primo autografo che andranno a mettere sul proprio risparmio ideale.

Quindi serve, massima trasparenza da parte del consulente, che può dare solo se alle spalle ha una compagnia trasparente e in grado di amministrare grossi capitali di milioni di € dei suoi clienti.

PROBLEMA!

Come si denota da questo grafico, il servizio di consulenza è molto carente, per non parlare del servizio di gestione dei depositi!!

Come puoi aggirare questo ostacolo?

Molto semplice ti basta un oretta di tempo e un appuntamento, dopo di che conoscerai il miglior modo di accantonare quella piccola cifra che non ti sposta il tuo tenore di vita attuale, e allo stesso tempo ti darà il massimo rendimento possibile proprio come se fossi tu un esperto in finanza, e la bella notizia è che l’unico tuo compito sarà quello di conoscere per decidere…

Di tutto il resto, una volta conosciuto l’azienda e aver capito tutte le caratteristiche “Uniche in Italia”, se ne occuperà lei, tu semplicemente guarderai crescere il tuo capitale che ti servirà per aggirare l’indovinello pensione, vedi non uso più il termine problema perché?

Semplice il problema non si risolve l’indovinello si!!

E tu hai questo indovinello?

Se si lascia il tuo numero di telefono e mail ai miei contatti che trovi nel sito e verrai contattato nel più breve tempo possibile da me o un altro consulente per avere le informazioni che meriti di conoscere…

P.S. guarda il video correlato a questo articolo sulla mia pagina Facebook Vivere Liberi.

Ogni lavoratore, un pensionato: così il futuro peserà sui giovani

ECONOMIA > ECONOMIA E FINANZADomenica 22 Aprile 2018di Luca Cifoni

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 Lo scenario si manifesterà in tutta la sua chiarezza nel 2045: alla metà di quel decennio, gli italiani di 65 anni e più saranno un terzo della popolazione, ovvero tre ogni cinque persone in età lavorativa. Oggi il rapporto è di uno a tre. I demografi lo chiamano «indice di dipendenza degli anziani» e per convincersi che la definizione è azzeccata basta guardare un altro rapporto, quello tra numero delle pensioni e numero degli occupati: nello stesso periodo arriverà al 100 per cento: un trattamento previdenziale per ogni lavoratore, perché naturalmente non tutti coloro che sono tra 15 e 64 anni lavorano effettivamente. Insomma, il quadro proiettato nel futuro dall’Istat e dalla Ragioneria generale dello Stato non contiene buone notizie per chi oggi appartiene alla categoria dei giovani, che con qualche approssimazione può includere tutti i nati dal 1980 in poi. Non è solo il numero di anziani che dovranno caricarsi sulle spalle nei prossimi anni e decenni: già adesso è sotto gli occhi di tutti una situazione di squilibrio che si può leggere come un conflitto generazionale.APPROFONDIMENTI

L’INTERVISTA

Giuseppe De Rita (Censis): «Ma i ragazzi sono rassegnati,…

LE PROPOSTE DI LEGGE
Nella scorsa legislatura alla Camera dei Deputati erano state addirittura presentate due proposte di legge con l’obiettivo di inserire nella Costituzione il principio dell’equità intergenerazionale, aggiungendolo esplicitamente all’articolo 38 in cui si parla di previdenza e Stato sociale. I progetti non hanno fatto molta strada, e tuttavia possiedono una certa valenza simbolica.

Lo squilibrio attuale nasce naturalmente dalla demografia ma lo si può leggere facilmente anche nei dati sul lavoro. Il tasso di occupazione nella fascia di età che va dai 15 ai 39 anni è intorno al 48%, contro una media europea che si pone sopra al 62%. Il divario con il resto del Vecchio Continente esiste anche per i lavoratori più maturi, quelli che hanno tra 40 e 64 anni, ma è decisamente meno marcato (65% contro 72%). Il diverso destino delle generazioni appare però ancora più evidente se si guarda oltre che alla quantità alla qualità del lavoro. In Italia circa 2 milioni e 700 mila lavoratori dipendenti hanno un contratto a tempo determinato: oltre la metà di questi hanno meno di 35 anni. Nella fascia di età tra 15 e 34 anni i rapporti di lavoro a termine sono uno su due, in quella dai 35 ai 64 anni uno su dieci.

I CONTRATTI PRECARI
È una sproporzione che va ben al di là di un fisiologico percorso di ingresso nel mondo del lavoro: se si mettono nel conto anche le altre forme contrattuali atipiche al di fuori del lavoro dipendente si può tranquillamente concludere che i giovani si sono dovuti fare carico di una grandissima parte della flessibilità introdotta nel sistema da vent’anni a questa parte. Con conseguenze che si ripercuotono nei decenni futuri: le carriere lavorative discontinue di oggi, rischiano di diventare domani pensioni inadeguate, in un sistema contributivo (quello applicato in pieno a chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi) che tra l’altro non prevede più le attuali forme di tutela come l’integrazione al minimo. Senza dimenticare che la precarietà incide anche sulle cosiddette decisioni riproduttive, riducendo le nascite e spostando in avanti l’età a cui si ha il primo figlio; in questo modo si alimenta il corto circuito demografico. In realtà l’idea che la fascia più debole della popolazione coincida sostanzialmente con quella di età avanzata, con i pensionati insomma, per quanto ancora diffusa è ampiamente messa in discussione dai numeri. Ad esempio quelli recenti della Banca d’Italia, che nell’«Indagine sui bilanci delle famiglie» confronta la situazione del 2016 con quella di dieci anni prima. L’incidenza degli individui a rischio di povertà è cresciuta dal 19,6 al 22,9%, ma con andamenti differenziati: l’incremento è di 7 punti per i nuclei con capofamiglia fino a 35 anni e di oltre 11 fra 35 e 45 anni. Per contro, l’incidenza si riduce di 4,5 punti per gli ultrasessantacinquenni e di oltre 3 punti per la categoria dei pensionati.

RIFORME LENTE
Ovviamente, non tutti gli anziani pensionati sono benestanti e molti anzi sono certamente bisognosi; ma in media la categoria usufruisce di assegni che via via negli anni sono aumentati di importo, perché chi lasciava il lavoro poteva sfruttare la stabilità dei decenni in cui il posto fisso era la regola. Inoltre l’uscita dal lavoro, prima che le varie riforme dispiegassero tutti i propri effetti (e in misura minore anche dopo) è avvenuta relativamente presto. Negli anni Novanta l’età effettiva alla decorrenza della pensione era di 57-58 anni, oggi siamo a 63 ma questo indicatore è destinato a crescere. Di conseguenza si ridurrà o quanto meno non crescerà l’arco di vita in cui si beneficia dell’assegno previdenziale. Il paradosso è che in questo scenario welfare e fisco invece di accorciare le distanze le ampliano: l’Istat calcola che l’intervento pubblico complessivo (imposte, contributi e trasferimenti) aumenta il rischio di povertà dei giovani, dal 19,7% al 25,3% per la fascia 15-24 anni e dal 17,9% al 20,2% per quella 25-34 anni: vuol dire che nel gioco della redistribuzione queste generazioni risultano perdenti, soprattutto in prospettiva, ricevendo meno di quello che danno. È vero che, come ha ricordato recentemente anche l’Ufficio parlamentare di Bilancio, esiste anche il welfare informale, l’aiuto dato in varie forme ai giovani dalle famiglie di provenienza, particolarmente significativo in Italia; ma, nota lo stesso Upb, «se nell’immediatezza dalla crisi questa caratteristica delle famiglie e del sistema socio-economico italiano è stata utile a tamponare i casi di sofferenza, essa costituisce anche un fattore di debolezza». Perché gravitare intorno ai genitori e al loro luogo di residenza può, ad esempio, limitare seriamente l’autonomia e la mobilità e quindi ridurre ulteriormente le possibilità di trovare un lavoro soddisfacente.
(1-continua)Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 10:32

Non so se È per te questo messaggio!

In questo preciso momento della tua vita sei aperto/a mentalmente ad una importante opportunità di crescita economica, personale  e di cariera ?


Ciao mi chiamo Enrico, mi spiego meglio. 


Sei in un momento di riflessione e ti sentì sotto considerato e senti di meritare molto di più?


Allora questo messaggio è proprio per te. 


Faccio parte di un’azienda che finalmente mette al centro l’essere umano, puntando sui tuoi punti di forza e non considerandoti un numero per produrre. 


Lo so a tutti piacerebbe vivere di quello che ci piace e guadagnare abbastanza da curare i propri hobby, so anche che non è semplice ma di sicuro non è impossibile. 


Allora ti starai chiedendo, ok cosa mi serve? Dimmelo tu visto che lo sai!


In realtà non ho la famosa bacchetta magica, ma fortunatamente più di 20 anni di ricerche in vari ambiti, mi ha fatto conoscere una soluzione molto valida. 


– Operare in un settore indispensabile e in potenziale crescita. 
– Aiutare se stessi e il prossimo. 
– Sviluppare nuove competenze e trasferirle a sua volta. 
– Mettersi in gioco, crescere come persona e perché no il conto in banca. 
– Operare in modo certificato e garantito. 
– Essere sempre etici e attenti alle esigenze altrui. 

Ecco questi sono alcuni dei motivi che hanno convinto me. 


Potrei scriverti una lettera di ore ma non riuscirei ad esprimerti tanto di più di quanto non ti sia già arrivato. 


Quindi se senti che qualcosa dentro si sta muovendo, ecco cosa puoi fare e ti dico cosa farò io per te. 


Tu puoi scrivermi la tua mail se ho bisogno di scriverti o chiederti qualcosa, e lasciare il tuo contatto telefonico specificando un orario per contattarti. 


Mi farebbe piacere anche scrivessi in breve la tua storia, cosa ti spinge a contattarmi, qualche obbiettivo a breve e lungo termine se già c’è l’hai, e qualunque altra cosa ti farebbe piacere sapessi di te. 


Questo mi servirà per esserti più utile. 


Io,
ti metto a disposizione delle “persone fantastiche” che ti prenderanno per mano e non ti lasceranno fino al punto che sarai pronto/a a camminare da solo/a, per crearti quello che veramente desideri. 


Tutto questo è possibile e collaudato da un paio di decenni, se ti senti pronto a fare la differenza, ovvero ti sei rotto/a le scatole (visto che parlo anche per le signore😊) di fare quello che il sistema ti impone dalla nascita, prenotati il tuo colloquio gratuito e prenditi le informazioni che ti servono per prendere questa importante decisione. 


Più delle volte per fare la differenza serve una cosa piccolissima tanto semplice da fare ma il più delle volte molto più semplice da non fare, e si chiama Decisione, ti auguro di prendere quella giusta per te ora te lo meriti. 


Con l’augurio sincero e di cuore di conoscersi presto, ti auguro una buona giornata di gioia e sole, dentro e fuori. 

Scrivimi pure qui.
marketingenrico74@gmail.com